27 giugno 2009

Piccard e il giro del mondo con l’aereo a energia solare










In volo giorno e notte, 4 motori alimentati da batterie

MILANO — C’è sempre un’aria di normalità nelle paro le di Bertrand Piccard. Sia che racconti il suo giro del mondo in pallone di cui è stato prota gonista nel 1999, sia che pre senti la nuova impresa, ancora un giro intorno alla Terra ma questa volta pilotando un aero plano alimentato soltanto dal Sole senza bruciare una goccia di benzina. Oggi mostra la sua creatura alata «Solar Impulse» nell’han gar dell’aeroporto militare di Duebendorf, vicino a Zurigo, dove sta dando gli ultimi ritoc chi per preparare il primo volo fissato in autunno. Sembra una grande e leggerissima far falla con ali affilatissime e co struirlo è stato già di per sé un’impresa.

Ma questa parola Bertrand non la pronuncia mai, si limi ta a spiegare i suoi piani gene­rosamente accompagnati dal sorriso. «Mio padre Jacques— ci raccontava — mi parlava del nonno amico di Albert Ein stein e di Marie Curie e della meticolosità con cui organizza va le sue spedizioni». Il nonno era Auguste, il conquistatore della stratosfera, diventato ce lebre per essere salito chiuso in una bolla di metallo appesa ad un pallone sino a 16 chilo metri d’altezza per studiare i raggi cosmici. Era il 1931. Poi costruiva il batiscafo Trieste per scendere nelle profondità marine. Ed è proprio con il «Trieste» che il figlio Jacques, padre di Bertrand, nel 1960 scenderà nella fossa delle Ma rianne, il punto più profondo degli oceani: 10.916 metri.

Questa è l’aria respirata in famiglia. «Diventai medico e psichiatra perché mi piaceva la scienza e non pensavo a grandi conquiste», quasi si schernisce Bertrand che oggi ha 51 anni. Però imparava a volare e con gli ultraleggeri conquistava vari record. E quando l’amico belga Wim Verstraeten gli propone nel 1992 di partecipare alla Chry sler Challenge per la prima tra versata in pallone dell’Atlanti co accetta e insieme la vinco no. Così la parola «impresa» di ventava la normalità nelle gior nate di Bertrand continuando la tradizione scritta nei geni. Negli anni Novanta una deci na di equipaggi tentavano a più riprese il giro del mondo in pallone, lui al terzo tentati vo ci riusciva entrando nella storia del volo e materializzan do il sogno di Jules Verne. Adesso con l’aiuto di Solvay, Omega e Deutsche Bank ha co struito Solar Impulse, l’aereo solare con il quale tenterà nel 2012 di circumnavigare il glo bo. Realizzarlo è stata una sfi da dell’ingegneria partita dal Politecnico di Losanna ed alla quale hanno collaborato cento specialisti. Le celle solari tap pezzano le ali e caricano le bat terie che azionano i quattro motori ad elica.

«Se un aereo è in grado di volare giorno e notte senza combustibile, alimentato solo dall’energia solare, — afferma Bertrand — nessuno può dire che sia impossibile realizzare la stessa cosa con le automobi li, con gli impianti di riscalda mento delle case o con i com puter. Questo progetto da vo ce alla nostra convinzione che uno spirito pionieristico unito ad una visione politica, siano in grado di cambiare la società e liberarci dalla dipendenza dei combustibili fossili». E lo scopo di Solar Impulse? «È un modo per dimostrare che lo sviluppo delle energie rinnovabili possono diventare una conquista entusiasmante. Ciò che possiamo fare in cielo è trasferibile sulla Terra unen do ecologia ed economia».

Giovanni Caprara

Link dell'articolo

26 giugno 2009

Ue, Consiglio Ambiente, direttiva inquinamento industriale “Compromesso al ribasso. Questa flessibilità è un autogol per l’Italia”








E’ decisamente critica Legambiente sull’accordo raggiunto oggi in seno al Consiglio dei ministri dell’Ambiente a Lussemburgo sulla direttiva sulle emissioni industriali. “Un compromesso al ribasso – dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico dell’associazione ambientalista - che, in nome della flessibilità, garantisce enormi deroghe alle autorità nazionali nell’applicazione delle migliori tecniche disponibili negli impianti industriali. In questo caso, però, la flessibilità non fa bene né all’ambiente e alla salute, né alla competitività economica del nostro Paese. E’, anzi, un vero e proprio autogol, che rischia di compromettere nei processi produttivi e nell’abbattimento delle emissioni industriali delle nostre imprese proprio quell’innovazione che ne garantisce il valore aggiunto sui mercati globali”.

Legambiente ricorda che agli inquinanti “classici” che il traffico riversa nelle città, in alcune zone d’Italia si sommano i composti chimici, tossici e in alcuni casi cancerogeni emessi da fonti industriali: diossine e furani, policlorobifenili, mercurio, piombo o cadmio. E sottolinea l’urgenza di interventi migliorativi negli impianti industriali italiani per difendere l’ambiente e la salute dei cittadini che vivono nei pressi dei siti produttivi. Infatti, secondo l’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel 2006 in Italia l’industria ha emesso il 95% del totale dell’arsenico scaricato in atmosfera da tutte le fonti, il 90% del cromo, l’87% dei Pcb, l’83% del piombo, il 75% del mercurio, il 72% di diossine e furani, il 61% di cadmio. Sono stati emesse in atmosfera 388mila tonnellate circa di ossidi di zolfo (SOx), il 78% delle quali deriva da fonti industriali, soprattutto dalla produzione di energia, mentre il 15% è stato emesso dai trasporti non stradali, prevalentemente marittimi; poco più di 173mila tonnellate di polveri sottili (PM10), emesse per il 28% del totale dalle attività industriali e per il 27% dai trasporti stradali; oltre 1 milione di tonnellate di ossidi di azoto (NOx), il 44% dei quali derivanti dal traffico stradale, mentre il 25% è dovuto all’industria.

“Fortunatamente la partita non è ancora chiusa - aggiunge Ciafani -, la palla passa all’Europarlamento e ci impegneremo affinché il nuovo Parlamento riconfermi la posizione equilibrata e innovativa avanzata in prima lettura a marzo scorso. Le deroghe non devono allargare la maglia della rete dei controlli ambientali e le norme sulle migliori tecniche disponibili devono essere quanto più rigorose nei limiti per garantire la tutela ambientale e della salute dei cittadini”.

L’ufficio stampa 06 86268399 - 76 - 53

Link dell'articolo


Coste assediate dal cemento "Un reato ogni 500 metri"










Ecomostro di Fiuzzi a Praia a Mare

da repubblica.it 26/06/09

Partita da Grado la nave di Legambiente per monitorare la qualità dell'acqua dei nostri mari. In attesa delle bandiere blu ecco quelle nere, date ai nuovi "pirati" del Mediterraneo

ROMA - Salpa da Grado la Goletta Verde di Legambiente per una circumnavigazione della Penisola che si concluderà in Toscana il 17 agosto. Lo storico veliero Catholica percorrerà circa 2000 miglia per monitorare la salute del mare, denunciare i casi di mala gestione e gli abusi edilizi sui litorali, coinvolgere i cittadini informandoli sui nostri diritti e doveri nei confronti del mare nostrum.

Mare Mostrum 2009. Calcestruzzo illegale o "legalizzato". Si conferma ancora una volta il cemento il peggiore nemico delle coste italiane. Tra villette per le vacanze, grande alberghi a strapiombo sul mare o porti turistici con ristoranti e shopping center sono davvero migliaia i nuovi edifici che ogni estate spuntano lungo le coste italiane. Solo nel 2009 intorno al ciclo del mattone selvaggio si sono registrate esattamente 3.674 infrazioni, sono scattati 1.569 sequestri e 4.697 denunce. "Abbattere diviene la parola d'ordine per vincere la guerra contro il cemento abusivo che devasta le nostre coste e che nelle regioni del sud è diventato, negli ultimi decenni, una vera e propria piaga", ha spiegato Sebastiano Venneri, vicepresidente e responsabile mare di Legambiente alla presentazione del dossier a Roma.

Due reati ogni chilometro di costa. Ma il mare italiano non soffre solo il mal di cemento, è afflitto anche da tanti altri guai: scarichi illegali, cattiva depurazione, pesca di frodo, infrazioni al codice della navigazione sembrano, infatti, non passare mai di moda. Crescono, quindi, le infrazioni accertate che passano da 14.315 nel 2007 a 14.544 (+1,6), quasi 2 reati a chilometro lungo i 7.400 di costa del Belpaese. Aumentano anche le persone denunciate che da 15.756 arrivano a 16.012 (+1.6%) mentre, parallelamente, diminuiscono i sequestri che da 4.101 scendono a quota 4.049. A guidare la classifica dell'illegalità costiera è la Campania, con 2.776 infrazioni accertate dalle Forze dell'ordine e dalle Capitanerie di porto, seguita da Sicilia (2.286), Puglia (1.577) e Calabria (1.435).

I pirati del mare 2009. Al lavoro di denuncia contro le spiagge blindate Legambiente aggiunge anche la consueta lista delle Bandiere Nere 2009 recapitate a coloro che hanno danneggiato il mare e la sua costa. E' il vessillo meno ambito d'Italia proprio perché segna i "nuovi pirati del mare": amministrazioni, politici, imprenditori, società private che si sono contraddistinti per attacchi o danni all'ambiente marino e costiero. Le bandiere nere 2009 sono state assegnate pari merito a: "Volare Venezia" per il progetto di villaggio turistico su palafitte nel Delta del Po, su scanno Palo, a Porto Tolle; al comune abruzzese di Francavilla per un resort sulla spiaggia; al municipio di Termoli in Molise per la scelta di costruire un deposito ittico a ridosso delle mura medievali del borgo antico; al sindaco di Crotone per il mancato abbattimento degli abusi nell'area archeologica calabrese di Capo Colonna; alla città di Palermo per il mancato abbattimento delle ville abusive costruite dalla mafia negli anni 70 a Pizzo Sella; alla Campania per la mancata depurazione delle acque del litorale Domizio-flegreo; alla provincia di Latina e al sindaco di Sabaudia per le aggressioni al lago di Paola. Neppure le coste toscane e liguri sono immuni dal vessillo nero; il comune livornese di San Vincenzo l'ha ottenuta per la speculazione edilizia nella tenuta di Rimigliano e il porto di Imperia per aver realizzato uno degli approdi più grandi della Riviera.

Link dell'articolo

Calabria, cemento mangia-coste, un abuso edilizio ogni 150 metri










da repubblica.it 25/06/09
di Giuseppe Baldessarro

La Regione: 5210 edifici illegali sul mare su 700 chilometri di costaSpesso si tratta di opere di proprietà pubblica come interi pezzi di lungomare

REGGIO CALABRIA - Dai palazzi condominiali alle villette, dalle seconde case ai residence. Ed ancora: i villaggi turistici, i lidi e i camping, i palazzotti costruiti su aree demaniali. La Calabria non è solo terra di ecomostri. La Calabria "è tutta un ecomostro". Lo dice uno studio della Regione sulla cementificazione dei suoi 700 chilometri di spiagge. Documento che restituisce una fotografia impietosa dello scempio, con un abuso censito per ogni 100-150 metri di costa. I casi individuati dagli esperti dell'assessorato all'Urbanistica - coordinati dai docenti Renato Nicolini dell'Università Mediterranea e Osvaldo Pieroni dell'Unical- sono 5210.

Nella sola provincia di Cosenza sono stati rilevati 1156 abusi (il 22,19%), a Catanzaro 548 (il 10,52%), a Crotone 915 (il 17,56%), a Reggio 2093 (il 40,17%) e a Vibo 498 (il 9,56%). È anche stato possibile stabilire che, tra i casi individuati, 412 si trovano in aree per le quali il Piano d'Assetto Idrogeologico definisce "gravi condizioni di rischio idraulico". Per quanto riguarda i vincoli ambientali, "si riscontra che 54 casi individuati ricadono all'interno di Aree Marine Protette, 421 in Siti d'interesse comunitario e 130 nelle Zone a protezione speciale".

"Offese al territorio", vengono definite dal gruppo di lavoro che mette insieme docenti universitari, tecnici e giovani professionisti. E sono di tipo legale (ovvero legittimato dalla originaria inclusione nei Prg); di tipo legalizzato (cioè compreso in varianti e parzialmente sanato); e infine completamente illegale (in area demaniale, protetta e instabile). In certi casi si tratta, addirittura, di opere di proprietà pubblica come interi pezzi di lungomare. Ai fini dell'indagine sono state effettuate decine di migliaia di sopralluoghi, verifiche negli enti locali, agli uffici del catasto e del genio civile. Sono state realizzate schede dettagliate su "Costa Viola", "Costa dei Gelsomini", "Riviera dei Cedri" o "Area Grecanica". Nomi che evocano paradisi ambientali, ma che nei fatti sono segnate dalle ferite di decenni di incuria, di complicità, di connivenze. Documenti che rappresentano la sintesi delle speculazioni di imprenditori senza scrupoli, delle mafie del mattone e della cultura, diffusa, dell'illegalità "domestica".

Gli oltraggi sono presenti su spiagge e scogliere, non soltanto in contesti fortemente urbanizzati come Reggio Calabria, ma anche in zone di pregio e turisticamente note come l'area di Tropea, la costa di Scilla, la Locride, l'area di Soverato e, in particolare, l'area di Isola Capo Rizzuto e del Crotonese. Che, in larga parte, paradossalmente è vincolata come Riserva Marina Protetta ed area archeologica. In quest'ultima zona si addensa ben il 52% degli abusi illegali compresi in aree marine protette.

La Regione, attingendo ad un Accordo di Programma Quadro (Apq), finanziato con 5 milioni di euro dallo Stato, ha già deliberato l'abbattimento di 9 ecomostri. Ma non è sempre semplice. I proprietari fanno ricorsi, si appellano ai mille cavilli della legge, hanno frotte di legali pronti a brandire il codice. L'assessore regionale Michelangelo Tripodi si dice, comunque, determinato: "Ora abbiamo una fotografia precisa dello scempio. Butteremo giù tutto quello che è possibile, dimostrando come l'abuso non paghi e che in Calabria sta crescendo il senso della legalità e dell'ambiente". Poi: "Non consentiremo più che certe cose avvengano tanto che elaboreremo una specifica Carta dei vincoli". Infine, "cercheremo di risanare i guasti". Tripodi afferma che un ruolo importante lo giocheranno i Comuni: "La Regione ci mette i fondi, ma gli enti locali dovranno attivarsi con i propri piani di risanamento". Per il presidente regionale di Legambiente, Antonino Morabito, "ora bisogna essere conseguenti". Servono, insomma, "tempi rapidi nelle demolizioni e, altrettanto, per le fasi di risanamento. Servono le regole e chi le faccia rispettare".

Link dell'articolo

22 giugno 2009

Firmato il decreto che istituisce la riserva della Torre di Cerrano












In attesa di vedere la documentazione ufficiale riportiamo una notizia che ci fa molto piacere. Una settimana dopo la nostra iniziativa di raccogliere le firme per spingere il Ministro dell"ambiente a firmare il decreto dell'istituzione dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano, ecco che oggi leggiamo questa notizia:

da Il Centro del 21/096/09

Firmato il decreto che istituisce la riserva della Torre di Cerrano Il sogno degli ambientalisti di Atri, Pineto e Silvi è diventato realtà: il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo , ha firmato il decreto che istituisce ufficialmente la riserva marina Torre del Cerrano. Nasce così, dopo un lungo e complesso iter burocratico durato 12 anni, un’area marina protetta che si estende per circa tre miglia nautiche dalla costa e si sviluppa per sette chilometri di duna sabbiosa lungo la riva, tra la foce del Calvano e la stazione ferroviaria di Silvi. Oltre alla rilevanza delle sue caratteristiche geologiche e naturalistiche, la riserva si distingue dalle altre presenti in Italia per le sue testimonianze storico-archeologiche di estremo interesse: nelle acque antistanti la Torre di Cerrano, infatti, giacciono i resti dell’antico porto romano di Atri. L’associazione Archeosub Hatria, costituita proprio per far conoscere il porto sommerso, in questi giorni ha avviato campi scuola di archeologia subacquea ed ha organizzato per oggi alle 10, a Torre Cerrano, un convegno sull’archeologia subacquea. Marco Mutoschi

Link dell'articolo

Evidentemente l’iniziativa promossa dal Circolo Legambiente Terre de Cerrano ha portato bene alla neonata Area Marina Protetta!

Comunque finche' non avremo prove certe di questa notiza Legambiente Terre del Cerrano continuera' la raccolta di firme.

Una piccola precisazione all'articolo del Centro ci sentiamo di farla: non crediamo che l' istituzione dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano sia il "sogno degli ambientalisti", crediamo che questo dovrebbe essere il sogno di TUTTI i residenti delle Terre del Cerrano, o almeno di quelli che amano e sono orgogliosi del nostro meraviglioso territorio e non vogliono vederselo deturpato e distrutto.

19 giugno 2009

Piemonte, una regione "radioattiva" - Intervista a Giampiero Godio di Legambiente Piemonte




dal blog di Beppe Grillo:

Il Piemonte è una regione radioattiva. Grazie ai centri di Saluggia, Trino e Bosco Marengo è prima assoluta in Italia per le scorie radioattive. L'85% delle scorie. Un record insuperabile. Per la vecchia regola che spazzatura chiama spazzatura (provate a buttare un sacchetto per strada e per miracolo in poco tempo ne appariranno altri dieci), le scorie piemontesi chiamano altre scorie. Obiettivo 99%. La società Sogin si occupa di rifiuti nucleari, dovrebbe quindi trovare una collocazione più sicura per quelli esistenti in Piemonte. Che sono vicini a centri abitati, alla Dora Baltea, a falde acquifere. Sogin invece raddoppia. E vuole costruire un sito nucleare a Bosco Marengo. Le associazioni di cittadini bloccano Sogin con un ricorso al Tar. Sogin si rivolge al Consiglio di Stato. I membri delle associazioni mi hanno chiesto aiuto e visibilità sul blog. Se vince Bosco Marengo in Italia nessuno potrà costruire una centrale senza l'assenso dei cittadini. E' una battaglia importante. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Legambiente Terre del Cerrano scrive al Sindaco di Silvi, Gaetano Vallescura















Il Circolo territoriale di Legambiente “Terre del Cerrano” parteciperà al primo Consiglio Comunale che si terrà giovedì 25 giugno alle ore 21 a Silvi Paese. Invitiamo tutti i cittadini a partecipare!

Per questa importante occasione Michele Cassone, Presidente del Circolo, ha inviato al sindaco Gaetano Vallescura una lettera contenente alcune importanti richieste e proposte di indirizzo della futura politica ambientale legata al territorio di Silvi, e di cui riportiamo il testo integrale:


Gentilissimo Sindaco,
vorrei cominciare innanzitutto congratulandomi con Lei e con tutti i candidati eletti, di maggioranza e di opposizione, e Le sarei particolarmente grato se volesse leggere questa missiva durante il primo Consiglio Comunale.

Attraverso questa lettera vorremmo manifestare a tutti Voi, come associazione di volontariato che opera in campo sociale e ambientale, il nostro desiderio di partecipazione attiva, mettendo a Vostra disposizione il nostro bagaglio di conoscenze e di sensibilità in campo ambientale.
Se ci fermiamo solo un attimo a riflettere, ci possiamo facilmente rendere conto che senza una buona qualità ambientale, non si può andare da nessuna parte; diventa addirittura superfluo parlare di economia, di occupazione, di sicurezza.

Molto spesso si parla di ambiente come “risorsa”, ma in troppi ancora oggi consumano questa risorsa senza criterio, nell’illusione di trovarsi di fronte a qualcosa di illimitato. Purtroppo non è così; in nome del cosiddetto “progresso” inquiniamo, distruggiamo e consumiamo risorse senza criterio e responsabilità. L’obiettivo nostro, di noi tutti, dovrebbe essere quello di tutelare e valorizzare l’ambiente e le sue limitate e spesso delicate risorse, per assicurarci la sopravvivenza futura.

Siccome mi piace essere concreto e propositivo parliamo ora di Silvi.

Con grande soddisfazione ed ammirazione abbiamo accolto la Sua concreta volontà ad impegnarsi per l’ambiente. Il 30 maggio infatti Lei e gli altri candidati a sindaco avete accettato e firmato il “patto per l’ambiente” di Legambiente.
(scarica il pdf del "Patto per l'Ambiente" con le firme dei tre candidati sindaci)

Il “patto per l’ambiente”, strutturato in 5 punti (che per completezza allego alla presente lettera) è un impegno formale che Lei ha assunto nei confronti nostri e dei cittadini di Silvi. Siamo sicuri che vorrà onorarlo completamente.

In particolare ci sta molto a cuore l’ultimo dei cinque punti “STRATEGIE DI GOVERNANCE”, che esprime in modo chiaro il concetto di partecipazione attiva dei cittadini nelle decisioni che li riguardano e di assoluta trasparenza negli atti amministrativi, e di cui riporto le parti salienti:

1) istituzione negli incarichi di governo di una delega specifica alla cittadinanza attiva per aumentare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini;

2) introduzione del Bilancio Partecipativo che garantisca il coinvolgimento della cittadinanza nell’assunzione di decisioni sugli obiettivi e sugli investimenti pubblici;

3) piena disponibilità di tutti gli atti amministrativi sul sito web del comune;

4) individuazione in sede di bilancio di una voce relativa al Piano Esecutivo di Gestione Ambientale che contempli le spese destinate alle attività di prevenzione, riduzione, monitoraggio di fattori inquinanti, ripristini ambientali e di gestione sostenibile del territorio.

Inoltre crediamo di fondamentale importanza il mantenimento della certificazione ambientale EMAS, per la quale ci attendiamo, nell’ottica del continuo miglioramento, maggiori risorse e attenzione.

Infine, credendo di interpretare il pensiero della maggioranza dei cittadini di Silvi, mi permetto di evidenziare alla nuova squadra di Governo, che Silvi non ha più bisogno di costruire altre case, meglio ristrutturare e riqualificare anche in termini energetici quelle esistenti, meglio ripensare urbanisticamente alcune zone della nostra città, meglio garantire servizi e opere pubbliche davvero necessarie alle esigenze concrete dei cittadini.

La spiaggia, il lungomare e la “collina verde” di Silvi sono le principali risorse della nostra città, la vera ricchezza in termini naturalistici e paesaggistici, e quindi vanno valorizzate e salvaguardate dalle speculazioni edilizie che sottraggono solo risorse, impoverendo e imbruttendo ancora di più il nostro tessuto urbano.

Anche il traffico e la viabilità vanno ripensate: meno auto private, più trasporto collettivo, maggiore rispetto del codice stradale sia per gli automobilisti che per i ciclisti.

Per concludere, anche un augurio e un appello ai Consiglieri di minoranza: sappiate fare un’opposizione attenta e competente, in grado di vigilare sull’operato della maggioranza, ma sempre con spirito di collaborazione, nell’esclusivo interesse dei cittadini, i soli a cui tutti i politici eletti sono tenuti a rendere conto.

Il circolo territoriale di Legambiente “Terre del Cerrano” si impegnerà da subito e per i prossimi anni a vigilare attentamente sul territorio di Silvi per la difesa e per la valorizzazione dell’ambiente, e resta a completa disposizione di tutti, politici e cittadini, in un’ottica di sincera e proficua collaborazione.
Nel ringraziarLa per la disponibilità mostrata, auguriamo a Lei e a tutti buon lavoro!

Distinti Saluti.

SILVI, 15 giugno 2009

ing. Michele Cassone
Presidente Circolo Legambiente Terre del Cerrano

Tavola Rotonda a Pineto sulle Aeree Marine Protette in Italia



















Sabato 20 giugno 2009 alle ore 10,00, nella prestigiosa sede di Villa Filiani, al centro diPineto (Te), si terrà una Tavola Rotonda in tema di Aree Marine Protette, organizzata, nell'ambito del Master in Gestione dello Sviluppo Locale nei Parchi e Riserve Naturali, dall'Università di Teramo e dal Consorzio di Gestione dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano.

Scarica il programma completo

17 giugno 2009

Windsol, il nuovo parco eolico di Cerchio e Collarmele












da terremarsicane.it

La produzione di energia da fonti rinnovabili si è notevolmente diffusa negli ultimi decenni con una significativa evoluzione delle tecnologie impiegate. Un contributo positivo nel settore eolico arriva direttamente dall’Alto Adige e in particolar modo da Eneco che ha di recente concluso i lavori di rifacimento e potenziamento delle centrali di Cerchio e Collarmele (AQ) e si appresta ad inaugurare i nuovi impianti e relativa sottostazione in alta tensione il prossimo 17 giugno, alla presenza del Sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia. Cerimoniere ufficiale sarà l’ex presentatrice e attrice Maria Giovanna Elmi.

L’inaugurazione sarà preceduta alle ore 9:30 dalla conferenza dal titolo “Energia e ambiente soluzioni di convivenza”, presso la sala “Eduardo De Filippo" di Collarmele (AQ).
Interverranno il dott. Osvaldo Locasciulli, zoologo, il prof. Fernando Tammaro, botanico presso l’Università dell’Aquila, il dott. Vincenzo Ferri, chirotterologo ed erpetologo, il prof. Dario Deluca e il dott. Renzo Giuseppe D’Amore, rispettivamente sindaco di Collarmele e primo cittadino di Cerchio.
“Il parco eolico Windsol si presenta in una veste nuova, moderna e tecnologicamente avanzata che permette di produrre una quantità maggiore di energia a parità di condizioni anemologiche” afferma il presidente di Eneco, Stefano Podini che sottolinea inoltre che “un ulteriore aspetto di novità della moderna centrale eolica marsicana è dato dalla presenza sugli aerogeneratori di un sistema di monitoraggio che favorirà lo studio dell’impatto ambientale, l’osservazione degli orsi, primo esperimento di questo genere in Italia, e il monitoraggio degli effetti dell’impianto eolico sul comportamento degli uccelli”. Gli interventi sulla storica centrale abruzzese, una delle prime ad essere realizzate sul territorio nazionale negli anni novanta, si sono concentrati su 7 aerogeneratori monopala da 250 KW. I lavori di potenziamento sono iniziati nel 2006 e sono terminati di recente con la rimozione dei vecchi impianti e l’istallazione di 18 generatori eolici Vestas di ultima generazione, ognuno da 2MW di potenza, per un totale di 36 MW. I generatori saranno attivi per 2000 ore l’anno, arrivando a produrre 72.000 MWh di energia elettrica, ossia il corrispettivo del consumo di 50.000 famiglie. “Grazie a parchi eolici come il nostro Windsol è possibile garantire l’indipendenza energetica e al contempo risparmiare il consumo di 529.000 barili di petrolio e 69.000 tonnellate di CO2: produrre energia con zero emissioni è possibile ed è il nostro obiettivo” chiarisce Podini.

La realtà Eneco

Eneco è una delle quattro unità di Business della Podini Holding. Il gruppo interamente controllato dalla famiglia Podini è cresciuto nel corso degli anni fino a diventare una vera e propria Holding, strutturata in quattro business unit.
La Business Unit Energia nasce nei primi anni ’90 investendo in assets produttivi e in particolare:
- 3 centrali idroelettriche
- 2 centrali di cogenerazione
- 7 centrali eoliche
- 1 centrale fotovoltaica
Oggi tutta l’attenzione è concentrata nello sviluppo di assets energetici da fonte rinnovabile, con un significativo impegno nello sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico. Interessante è anche la sfida intrapresa per la realizzazione di una linea di interconnessione elettrica tra Italia e Austria.
Dopo aver consolidato la partnership con Edison, nel trading al dettaglio di energia e gas con la Società per Azioni Eneco Energia, in questi ultimi anni è stata incrementata e consolidata l’attività all’ingrosso del trading nazionale ed internazionale di energia con Eneco Trade S.r.l, controllata al 100% dalla Podini Holding.
Il fatturato consolidato della Business Unit Energia - Eneco - nel 2008 ha superato i 369.5 ml € e nel 2009 si prevede di raggiungere i 460.3 ml €.
Tutt’oggi la produzione di Eneco proviene per l’85% da fonte rinnovabile, con l’obiettivo di superare il 95% entro il 2010. Questi numeri saranno ulteriormente migliorati nei prossimi cinque anni quando si prevede di aver completato il programma eolico e fotovoltaico che è in pieno sviluppo.

Link dell'articolo

Paul McCartney, lunedì senza carne per salvare il pianeta














da lastampa.it

Londra - Diventare vegetariani almeno una volta a settimana per salvare il pianeta: è l’appello di Paul McCartney che, insieme alla vedova di John Lennon, Yoko Ono, e ad altre personalità dello “showbiz” internazionale, da Chris Martin a Sheryl Crow, ha deciso di aderire alla manifestazione «Meet free Mondays» (lunedì senza carne).

Evitare di mangiare la carne almeno il lunedì, secondo la leggendaria star dei Beatles, può aiutare a combattere i cambiamenti climatici e a tutelare l’ambiente perché contribuirebbe a ridurre le emissioni di CO2.

«Credo che molti di noi si sentano indifesi di fronte alle sfide ambientali», ha affermato McCartney, da tempo vegetariano insieme alle figlie Stella e Mary, «dovremmo occuparci del cambiamento climatico perché se non lo facciamo lasceremo i nostri figli in un mare di guai», ha spiegato all’Independent.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite l’industria della carne ha un impatto significativo sugli ecosistemi. Nonostante generi soltanto l’1,4% del Pil globale, questo settore è responsabile infatti del 18% delle emissioni di gas serra.

«La produzione di anidride carbonica ed il consumo di acqua associati alla produzione della carne sono 20 volte maggiori di quelli legati alla produzione di mais. Mangiare meno carne serve a proteggere l’ambiente», ha detto Sir David King, l’ex consulente scientifico del governo britannico. Mangiare troppa carne ha inoltre un effetto negativo sulla salute. Il fondo mondiale per la ricerca sul cancro consiglia di non mangiare più di 500 grammi di carne rossa alla settimana.

Link dell'articolo

13 giugno 2009

A Londra la centrale eolica dei record



















Se ne parla da anni, ora è quasi realtà: il progetto London Array, per la più grande centrale eolica offshore del mondo, sta per entrare nella sua fase operativa. La costruzione di questa enorme opera inizierà nel luglio di quest'anno con la realizzazione delle strutture sulla terraferma, ma si entrerà “nel vivo” nel 2011 con l'installazione delle turbine. La produzione di energia elettrica avrà inizio entro il 2012.
Qualche numero, davvero impressionante: 175 pale eoliche (che potrebbero superare le 300 in una seconda fase del progetto), fornite da Siemens e costruite in Danimarca, sparse su un'area di 233 km quadrati forniranno, secondo i programmi, 630Mw di energia (1 Gigawatt se l'impianto sarà ampliato negli anni come previsto).

I maggiori partner del progetto sono Masdar (di Abu Dhabi), E.On e DONG Energy: una joint venture di compagnie energetiche che ha finalmente decretato il “semaforo verde” nei giorni scorsi per London Array, dopo che, meno di un anno fa, il progetto pareva aver subito una brusca battuta d'arresto per l'abbandono di un colosso come Shell.

Solo per la prima fase, le tre compagnie consorziate investiranno 2.2 miliardi di Euro. A permettere questi nuovi sviluppi, la decisione del governo britannico di incentivare il settore dell'eolico e delle rinnovabili in genere, per raggiungere l'ambizioso traguardo del 15% di energia pulita prodotta nel Regno Unito entro il 2020: quello governativo è un appoggio particolarmente determinante in questo caso, visto che gli altissimi costi del progetto avevano suscitato inizialmente i pesanti dubbi degli azionisti dei partner coinvolti. Gordon Brown e i suoi, però, hanno fatto pendere diversamente l'ago della bilancia, scegliendo di puntare parecchio sull'eolico offshore, che vede ora diversi progetti analoghi al largo delle coste di diverse parti del Paese.

London Array sorgerà nell'estuario del Tamigi, a 20 km dalle coste del Kent e dell'Essex: una zona scelta dopo accurati studi sui venti e sulla profondità delle acque, sulle rotte delle navi e sulla fauna marina, ma soprattutto per la prossimità a un territorio – quello del Sud Est dell'Inghilterra, con Londra – caratterizzato da una fortissima domanda di energia.

Se il progetto sarà pienamente realizzato, fornirà elettricità a circa 750mila abitazioni: quanto basta per dare energia a Kent e East Sussex messi insieme oppure, per usare un paragone a noi più comprensibile, a un quarto della “Greater London”, cioè l'area metropolitana di Londra.

La vicinanza di questo obiettivo, quasi impensabile fino a pochi anni fa, ha fatto gridare alla stessa Greenpeace “Hip, hip, Array!”

Link dell'articolo

12 giugno 2009

FIRMA anche TU la PETIZIONE per l’istituzione dell’AREA MARINA PROTETTA TORRE DEL CERRANO















FIRMA anche TU la PETIZIONE per l’istituzione dell’AREA MARINA PROTETTA TORRE DEL CERRANO


Sabato 13 e Domenica 14 Giugno sulla spiaggia della Torre Del Cerrano ci sara' un gazebo di Legambiente Terre del Cerrano per firmare la petizione per L'istituzione dell'area protetta Torre del Cerrano.

TI ASPETTIAMO CON I TUOI AMICI!!!!

Scarica la brochure

Il testo della petizione:

Al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare

Premesso che:
l’area ricadente nella istituenda Area Marina Protetta Torre del Cerrano costituisce un preziosissimo patrimonio naturalistico ed archeologico, di ineguagliabile bellezza ed univocità;
l’istituzione di un’area marina protetta completerebbe un programma di protezione e valorizzazione dell’ambiente e del territorio, affiancandosi alla rete di oasi sottomarine della Provincia di Teramo che hanno consentito, in questi anni, la salvaguardia, il ripopolamento e lo studio dell’ecosistema marino;
l’istituzione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano giocherebbe un ruolo decisivo e importate per il rilancio del turismo e dell’economia locale;
Visto che:
sono stati acquisiti tutti i pareri e gli assensi necessari, e che la Regione Abruzzo, la Provincia di Teramo e i Comuni interessati si sono sempre pronunciati favorevolmente;
è stato da tempo ottenuto il parere positivo della Conferenza Unificata Stato Enti Locali;
è stato già costituito il Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta;

Considerato che:
il Ministro è stato più volte ufficialmente sollecitato dagli Enti interessati per completare l’iter di istituzione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano;
è stata ufficialmente espressa da parte degli Enti locali interessati la disponibilità a rinunciare alla prima parte dei fondi previsti per il progetto di sviluppo dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano;

I sottoscritti cittadini chiedono con urgenza al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio la firma del Decreto attuativo dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano.

10 giugno 2009

Le nuove costruzioni che rischiano di seppellire la Valle di Contignaco















dal corriere.it 10/06/09

Un progetto con 91 edifici minaccia un'oasi di verde a pochi chilometri da Salsomaggiore terme

Qui a Salsomaggiore niente si muove, se non gli accordi tra comune e immobiliaristi. Questa bellissima valle di Contignaco sta così per andare a carte quarantotto, nonostante un appello per il suo salvataggio lanciato dal premio Nobel Kary Mullis. In questa zona c'è un golf club aperto da 15 anni in zona franosa di proprietà comunale, che non ha mai riscosso il successo sperato. Ora, con la scusa di tentare un improbabile rilancio, i nuovi proprietari hanno deciso di acquistare il terreno dal Comune sul quale costruire un villaggio che conta 91 costruzioni, tra condomini e villette, mettendo così a repentaglio il paesaggio e il clima della zona.

Noi abitanti di questa valle ci siamo riuniti in un'associazione chiamata Bellalavalle, organizziamo convegni (il prossimo 20 giugno, sul consumo di suolo), una Biblioteca del viaggiatore, e ci stiamo anche muovendo per vedere di lanciare progetti alternativi a quello di chi crede che consumare suolo e costruire case sia una soluzione per salvarlo. Il primo di questi progetti, che sarà presentato il 20 dall'Associazione olivocoltori di Parma, sfrutta l'incredibile microclima della valle e riguarda la realizzazione di un oliveto, sul modello di quello di Brisighella: impiantarne 50 ettari garantirebbe, dal decimo anno in poi, una resa annua minima di oltre 400mila euro. Esempio questo, tra gli altri, di un modo diverso per abbinare sviluppo economico e conservazione della natura. L'ulivo, tra l'altro, è una pianta che svolge anche l'importante funzione di contrasto alle frane che già segnano tutta la valle.

IL VALORE AMBIENTALE ED ECONOMICO (a cura del Wwf)
Bellissima valle nel tipico paesaggio delle colline parmensi, famose in tutto il mondo per la qualità dei prodotti gastronomici. Questo tratto di Appennino riveste un ruolo fondamentale per la fauna come “cerniera” tra Appennino e Alpi. La ricolonizzazione delle Alpi da parte del Lupo è passata di qua. I paesaggi agricoli e boscosi svolgono moltissimi servizi eco sistemici: agiscono sul clima. I suoli correttamente coltivati (agricoltura biologica) sono serbatoi di anidride carbonica, le pratiche agricole sostenibili consentono il mantenimento della quantità/qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee, la corretta gestione del suolo evita fenomeni di inaridimento e desertificazione e le pratiche agricole sostenibili preservano gli equilibri dei nutrienti nel suolo. La Valle di Contignaco è oggetto di progetti di realizzazione di infrastrutture turistiche, incluso un campo da golf da effettuarsi attraverso la realizzazione di cento unità immobiliari.

Link dell'articolo

9 giugno 2009

Nucleare, Il Ministero del Tesoro boccia il ddl - "Manca copertura finanziaria"










Da repubblica.it - 09/06/09

Allo stato attuale, l'intero provvedimento sul nucleare è "in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione". Ricadute anche per i consumatori. Bocciata anche la rottamazione delle auto

ROMA - Sonora bocciatura da parte del ministero del Tesoro su 34 novità introdotte nel ddl
"sviluppo" durante il passaggio in Senato. Il ministero ha anche richiesto la soppressione di ben 18 norme "incriminate" che "metterebbero a rischio l'equilibrio economico dell'intero provvedimento sul nucleare e che allo stato attuale è in contrasto con l'articolo 81 della Costituzione". Per il Tesoro - si legge nella lettera indirizzata alla commissione Bilancio della Camera - le misure potrebbero determinare "incrementi delle tariffe a carico dei consumatori risultando pregiudizievoli a carico degli utenti finali". La lista dei rilievi del ministero dell'economia è articolata. Sono tre le norme del provvedimento (collegato alla finanziaria e in terza lettura alla camera) imputate di possibili ricadute negative sui consumatori. Il comma 3 dell'articolo 26 sul nucleare, che prevede di reperire 100 milioni dalla componente tariffaria a2 sul prezzo dell'energia elettrica, secondo via xx settembre è "in contrasto con l'orientamento del governo in tema di contenimento delle tariffe, in funzione anticrisi" e determina "oneri privi di adeguata copertura finanziaria". Anche l'articolo 32, comma 6, prevedendo una possibile trasposizione di costi di terna sui clienti energivori, prefigura "un aumento di costi delle bollette" sul quale il ministero "esprime la propria contrarietà soprattutto alla luce dell'attuale contesto economico-finanziario". "Non è in linea con l'attuale orientamento governativo" nemmeno il comma 4 dell'articolo 36 comma che autorizza lo sviluppo economico a utilizzare consulenti esterni.

Quanto alla 'tenuta dei conti', si inizia dall'articolo 1 sulle reti d'imprese: si contesta la titolarità al solo ministero dello sviluppo economico e non anche a via XX settembre dell'autorizzazione per le misure su ricerca e sviluppo già stabilite per i distretti. Sempre per motivi di onerosità si chiede la soppressione degli articoli 4 (attuazione di un regolamento Ue sull'accreditamento e vigilanza del mercato per la commercializzazione dei prodotti), 5 (delega per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali per le imprese), 31 (semplificazione di procedure) e 56 (contributi all'editoria coperti dall'incremento della robin tax). In particolare, l'articolo 31, alleggerendo la certificazione energetica degli edifici, può avere "effetti elusivi", e l'articolo 56, incrementando l'aliquota della Robin tax, ha "copertura del tutto inadeguata, in quanto altera equilibri di operatori nei cui confronti le aliquote in esame non possono essere eccessivamente aggressive, posto che si producono effetti contrari".

Bocciata anche la modifica alla rottamazione delle auto: estendere l'agevolazione prevista per il gpl "determina maggiori oneri" e allargare "la platea dei destinatari in modo talmente eccessivo rischia di vanificare del tutto l'efficacia di una disposizione diretta ad assicurare il rilancio dell'economia conseguita".

Link dell'articolo

5 giugno 2009

La Costa di Vasto si difende dal cemento










dal corriere.it 05/06/09

A Casarza si conservano paesaggio e tradizioni di pesca ma cresce il rischio di speculazioni edilizie.

La foto qui a fianco è una vista della spiaggia di Casarza, a Vasto (in provincia di Chieti), nel cuore della Costa dei Trabocchi, dove si prevede tra l'altro la realizzazione di una pista ciclabile lungo il tratto di costa, lungo l'ex tracciato ferroviario ormai dismesso. La zona, come tutta la costiera rocciosa vastese, è a rischio di speculazioni edilizie e cementificazione: sono infatti molte le costruzioni già in stato avanzato a poca distanza da Casarza. Bisogna preservare questi fantastici territori, ricchi sia dal punto di vista paesaggistico, naturalistico con le loro biodiversità e storico. E' infatti in questo tratto di costa che si conservano ancora i trabocchi, macchine da pesca su palafitta testimonianza delle antiche tradizioni marinate vastesi.
Andrea Gisoldi

IL VALORE AMBIENTALE ED ECONOMICO (a cura del Wwf) - La costa di Vasto ha una doppia fisionomia: rocciosa nel suo tratto settentrionale, in corrispondenza di Punta della Penna e Punta Aderci; sabbiosa e con residue formazioni dunali nel tratto di Marina di Vasto e Marina di San Salvo. Per quanto il territorio risenta dell’impatto delle secolari attività umane, tuttavia alcuni tipi di habitat importanti sono riusciti a sopravvivere. È il caso delle diverse formazioni dunali (dune mobili embrionali, dune costiere fisse a vegetazione erbacea, dune con prati) riconosciute all’interno del Sito di Interesse Comunitario denominato “Marina di Vasto”. Inoltre l’area conserva importanti vestigia delle passate attività tradizionali di pesca, che contribuiscono a rendere il tratto costiero particolarmente meritevole di tutela e attenzione.

Link dell'articolo

Volterra: Il comune che vieta l'energia pulita












dal corriere.it 05/06/09

Benvenuti a Volterra, primo comune «deolicizzato» d’Italia e anche «liberato» dai pannelli solari. Il cartello ancora non c’è. E forse non ci sarà mai. Ma, da quando è stato approvato il nuovo rego lamento urbanistico, la cittadi na pisana, uno scrigno d’arte etrusca, romana e medievale, è già entrata nella storia dei di­vieti. La nuova normativa impe disce l’istallazione in tutto il territorio comunale, borgo e colline toscane, di impianti eolici standard e limita l’uso dei pannelli solari. Non installabili nella cittadina, quest’ultimi, ma solo in siti industriali e, per uso proprio, in zone fuori le mura di non particolare pregio.

«Una decisione saggia che tutela il paesaggio e il valore artistico della nostra città» - spiega il sindaco Cesare Bartaloni (Pd) -. Un provvedimento che non è contro l’energia rinnovabile. Non si possono issa re pale enormi accanto a cam panili e cattedrali o deturpare i tetti di antichi palazzi da sfilze di pannelli solari». La decisione del Comune non è piaciuta agli ambientali sti. Che hanno annunciato una marcia su Volterra e un espo sto all’Autorità garante della concorrenza. «Le aziende che operano nel settore delle ener gie rinnovabili - spiega Fabio Roggiolani, consigliere regiona le e leader dei Verdi - saranno penalizzate. Un esempio lo ab biamo già avuto con un assur do divieto a istallare tre piccoli impianti fotovoltaici fuori dal centro storico. E tutto questo accade in un Comune famoso per aver autorizzato industrie chimiche a deturpare il sotto suolo e ad inquinare i fiumi».

Durante la marcia gli ambientalisti si vestiranno da vampiri. «Non solo perché sim bolo delle tenebre in cui si vuo le gettare la città - spiega l’ecologista pisano Andrea Che li - ma perché dopo i successi dei romanzi e dei film della sa ga di Twilight ambientati an che a Volterra, la città è diventa ta il tempio degli amanti dei succhiasangue. Ora speriamo non diventi la capitale degli ammazza energia pulita». Non tutti però la pensano co sì. A favore del Comune si schiera Alberto Asor Rosa. Il professore, coordinatore della rete dei comitati per la difesa del territorio, premette di non essere contrario a priori dei confronti delle due energie la cui applicazione va studiata ca so per caso. «Però in una città come Volterra mi sembra un provvedimento adeguato e to talmente condivisibile», dice.

Contraria è invece Mariella Zoppi, docente universitaria e paesaggista: «Con le energie al­ternative bisogna fare i conti senza pregiudizi. Non si posso no proibire le pale eoliche e i pannelli solari che, non solo ci regalano energia pulita, ma possono integrarsi perfetta mente con l’ambiente. Che co sa avremmo dovuto fare allora con i tralicci dell’alta tensione? Abbatterli tutti e rimanere al buio?». L’assessore all’Urbanistica del comune di Volterra, Andrea Cinotti, contesta l’accusa di proibizionismo. «Anche per ché noi abbiamo vietato l’eoli co invasivo: le grandi pale in tutto il comune e il mini eolico nel centro storico. Piccole pale non più alte di due metri, pos sono essere installate fuori dal borgo in zone di non particola re pregio già individuate o nel le zone industriali. E lo stesso vale per i pannelli solari. Difen dere tesori architettonici e am bientali è un atto di civiltà». Ma intanto, davanti a Volterra, il vicino comune di Montecati ni Val di Cecina ha issato le pri me quattro altissime pale. La battaglia del vento e del sole è solo agli inizi.

Marco Gasperetti

Link dell'articolo

4 giugno 2009

Presentazione del Circolo Legambiente Terre del Cerrano



ll 13 febbraio 2009 si è costituito a Silvi, presso il salone parrocchiale della Chiesa dell’Assunta il Circolo Territoriale di Legambiente “Terre del Cerrano”.

L’idea è nata dalla necessità di un gruppo di persone di approfondire in modo oggettivo alcune tematiche ambientali, convinte della necessità di contribuire attivamente alla difesa e alla valorizzazione dell’unico vero patrimonio dell’uomo: l’ambiente!

Troppo spesso la politica e le istituzioni hanno tradito la fiducia dei cittadini, tutelando solo gli interessi di singoli gruppi di potere a danno della salute e dell’interesse della collettività.
Il nostro vuol essere un servizio di “cittadinanza attiva” al servizio dei Cittadini, delle Istituzioni e della Politica.

Abbiamo deciso di aderire a Legambiente e di diventare un circolo territoriale, con giurisdizione estesa ai territori di Silvi, Atri e Pineto, perché Legambiente costituisce per noi supporto e garanzia del nostro operato.

Legambiente è completamente apartitica, aperta ai cittadini di tutte le convinzioni politiche e religiose e si finanzia grazie ai contributi volontari di soci e sostenitori.
È riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come associazione d'interesse ambientale; fa parte del Bureau Européen de l'Environnement, l'organismo che raccoglie tutte le principali associazioni ambientaliste europee. È riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come ONG di sviluppo.

Alla base di tutte le nostre battaglie quotidiane c'è la convinzione che la società moderna e il suo sviluppo sostenibile si fondano sui principi di qualità, partecipazione, dialogo e condivisione. Tutte le nostre iniziative sono volte a rendere più vivibile l'ambiente in cui viviamo, a sensibilizzare e infondere una cultura ambientale fondata sul rispetto e la tutela dell'esistente e sul promuovere scelte, idee, comportamenti che riescano ad incidere concretamente e positivamente sul futuro di tutti.

Abbiamo un sogno: fare di Legambiente uno spazio aperto dove tutti, persone, comunità, organizzazioni, imprese ed istituzioni, siano protagonisti del cambiamento, per realizzare insieme un mondo diverso, un mondo migliore.

La nostra scelta di occuparci di ambiente in primis ma anche di sociale in senso più ampio, richiede uno sforzo continuo di comprensione delle problematiche globali e locali, di adattamento ai mutamenti sociali, e di essere presenti ovunque ci sia bisogno. La strada è lunga e c'è molto lavoro da fare, però se saremo in tanti potremo davvero realizzare questo sogno.

Scegli di condividere questi ideali. Trasformiamoli in realtà: aderisci al Circolo Legambiente Terre del Cerrano!

3 giugno 2009

Legge blocca-ricorsi. Se perdi al Tar risarcisci












da Repubblica.it - 24/04/2009

Lo scopo dichiarato è contrastare "l'egoismo territoriale". Ma potrebbe mettere all'angolo celebri sigle come Italia Nostra o Wwf
di MARCO PREVE

Lo scopo dichiarato è quello di contrastare "l'egoismo territoriale" che rallenta "il cantiere Italia". Ma l'effetto della legge anti Nimby (not in my back yard, non nel mio giardino), in caso di approvazione, sarà di azzerare, attraverso la minaccia di risarcimenti milionari, i ricorsi alla giustizia amministrativa da parte di associazioni ambientaliste storiche, che difendono ciò che
resta del Belpaese da abusi edilizi e colate di cemento.
La proposta di legge 2271 è sottoscritta da 136 deputati del Pdl ed il primo firmatario è l'onorevole Michele Scandroglio, genovese, fedelissimo del ministro Claudio Scajola. Aderiscono, tra i tanti, l'ex ministro Pietro Lunardi, il presidente della commissione Cultura Valentina Aprea, il vice di quella Ambiente Roberto Tortoli, l'ex presidente della Regione Liguria Sandro Biasotti.
Presentata in sordina nei giorni del "piano casa", con due brevi aggiunte all'articolo 18 della legge 8 luglio 1986 (responsabilità processuale delle associazioni di natura ambientale), potrebbe schiacciare all'angolo celebri sigle come Italia Nostra, Legambiente, Wwf, Vas Verdi Ambiente e Società, senza parlare della miriade di comitali locali.
Con la modifica 5-ter qualora il ricorso alla giustizia amministrativa "sia respinto perché manifestamente infondato, il giudice condanna le associazioni soccombenti al risarcimento del danno oltre che alle spese del giudizio". Pensiamo a cosa vorrebbe dire un anno di fermo cantiere per il ponte sullo stretto di Messina tra una prima sentenza favorevole del Tar e una bocciatura del Consiglio di Stato: un risarcimento per milioni di euro.
"È una legge liberticida, intimidatoria, di regime - attacca l'avvocato Daniele Granara, docente alla facoltà di giurisprudenza di Genova, legale in molti ricorsi ambientali - . Confido che venga ritenuta palesemente anticostituzionale visto che l'articolo 24 stabilisce che "Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi"".
Ma per il deputato e coordinatore ligure del Pdl Scandroglio le istanze ambientaliste hanno moltiplicato "comportamenti di protesta contro le scelte infrastrutturali sviluppate da soggetti pubblici e privati... proteste che, conosciute con l'acronimo "Nimby", determinano un ritardo costante del "cantiere Italia"... di gran parte degli interventi pubblici... e della stessa edilizia residenziale". Tutto ciò, prosegue il deputato "senza che sia previsto alcuno strumento di responsabilizzazione delle associazioni di protezione ambientale, le quali, talvolta, presentano ricorsi pretestuosi, con il solo e unico scopo di impedire la realizzazione dell'opera pubblica".
Scandroglio aggiunge che, per combattere questa "forma di egoismo territoriale", il governo ha già varato norme per "l'iter accelerato delle opere pubbliche.
Le modifiche richieste (la proposta è al vaglio della commissione giustizia) accennano anche all'applicazione di azioni risarcitorie ai sensi del codice civile in caso i ricorsi respinti abbiano agito "con mala fede o colpa grave", ma secondo l'avvocato Granara questa possibilità è già garantita e prevista. La vera svolta è quindi l'eventualità di un risarcimento in caso di ricorso respinto. "È chiaro - spiega il presidente di Italia Nostra Giovanni Losavio - che lo scopo specifico della proposta di legge è quello di mettere catene (concrete e psicologiche) alle Associazioni, impedendo di fatto lo svolgimento del proprio ruolo civico con la minaccia di ritorsioni per avere la via spianata a fare del territorio quello che "loro" vogliono".

Link dell'articolo